A un metro di distanza_ parte 2

 Si sopravvive isolati dal resto del mondo e con l'incubo continuo di un prossimo attacco degli Altri. Il sindaco ha coraggiosamente scritto un messaggio e adesso aspettiamo un aiuto divino. L'unico che può giungerci, perché tutti sono asserragliati nelle loro case ed è vietato recarsi nelle altre città. Da soli non sappiamo quanto resisteremo. Pensiamo, anzi speriamo, che ogni città stia resistendo alla morte come meglio può. Noi piacentini abbiamo distrutto i quattro ponti che collegavano Piacenza alla Lombardia, restituendo al fiume Po il suo ruolo di confine naturale; inoltre, ci siamo  prodigati a distruggere le canoe e qualunque mezzo per la navigazione via fiume. In questo modo nessuno potrà raggiungere facilmente la città da Nord. E se anche ci proveranno, gli uomini di guardia nelle torrette di avvistamento li scorgeranno prima che possano in qualche modo entrare. O almeno, è quello che speriamo. 

Non dormo, non dormiamo più. Temiamo che la nostra città possa venire attaccata da un momento all'altro, all'improvviso. Cammino per le uniche strade che possiamo ancora  percorrere e passo davanti al Palazzo Gotico. Come ogni volta, mi si stringe il cuore nel vedere che l'unica parte che può resistere della città è quella antica, con i suoi palazzi e con le sue mura. Quelle mura che ormai sono il nostro confine e la nostra salvezza. Siamo arroccati qui, come castellani prima di una battaglia, con la sola differenza che noi non abbiamo armi efficaci. Non eravamo preparati a niente del genere. Cammino ed arrivo sino alle mura. Ripenso a quando tutto questo è iniziato e mi sento quasi svenire al ricordo di quello che ho vissuto insieme ai miei compagni che non faranno mai ritorno a casa. Sono stato fortunato e sono riuscito a tornare nella mia Piacenza un anno fa, ma da allora non ho mai dormito sogni tranquilli. 

Gli incubi che mi assalgono sono i ricordi di quello che ho visto e che non dimenticherò mai. Sono di nuovo laggiù, nelle diverse parti d'Italia e d'Europa a combattere contro un nemico più forte e che uccide con armi dimenticate. Ricordo il puzzo dolciastro dei cadaveri in decomposizione, mescolato alle zaffate acri degli escrementi di chi aveva ceduto al terrore e misto al penetrante odore di nafta dei nostri mezzi incendiati da Loro. E so che nessuna doccia riuscirà a lavare via quegli odori che sono costantemente attorno a me. Tutti alla fine abbiamo visto. E sentito. Ricordiamo tutti le ultime immagini trasmesse dai telegiornali, prima che le emittenti TV venissero messe a ferro e fuoco. Li ricordiamo bene: erano uomini, donne e bambini dai volti senza pietà, dalle lunghe scimitarre affilate e dalle incomprensibili grida. Ricordiamo la loro ferocia e le urla della nostra gente straziata dal dolore. 

Mi tappo le orecchie al ricordo dello scoppio delle bombe durante l'ultima guerra. E con la mente sono di nuovo lì, inevitabilmente, nel deserto di pietre e nel mare di terrore nel quale ogni guerra conduce. Un mare di paura oscura e profonda, un susseguirsi di altopiani di pianto frammezzati da dirupi di rabbia, dove il vento dell'odio ulula trascinando insieme panico e razzismo. L'aria diventa irrespirabile, troppo calda, o forse sono i miei polmoni che si rifiutano di lasciarmi in vita. Respiro disperato, ancora stretto nella morsa del panico e lascio che le lacrime scorrano. E mi accorgo che non mi interessa più contenermi perché nessuno veda quanto sono terrorizzato: piango lo stesso, perché l'orrore che mi ha avvolto ci accomuna tutti. Guardo gli altri piacentini e i nostri fratelli stranieri, ormai perfettamente integrati da decenni e non capisco come possa esistere un popolo tanto terribile. Osservo le donne, che tengono stretti i bambini e i vecchi dallo sbiadito sguardo pieno di paura. Siamo tutti in attesa. 

Sappiamo che stanno per arrivare, lo faranno, perché prima o poi lo fanno sempre.


(continua)


Lasciate un commento, condividete e mettete le stelline di gradimento.


Nessun commento:

Posta un commento

Newsletter

La tua iscrizione non può essere convalidata.
Grazie per esserti iscritto! :)

Iscriviti al blog! 

Abbonati alla nostra newsletter e resta aggiornato.

Utilizziamo Sendinblue come nostra piattaforma di marketing. Cliccando qui sotto per inviare questo modulo, sei consapevole e accetti che le informazioni che hai fornito verranno trasferite a Sendinblue per il trattamento conformemente alle loro condizioni d'uso