«Davvero? Oh, non lo sapevo» rispose Cristina, sorridendo al nonno di Livia. «Quello è lei alla nostra età?» chiese, indicando una foto appesa alla parete che mostrava sette giovani (due ragazze e cinque ragazzi), tra cui i nonni di Livia.
«Sì sono io. Eh, quando quella foto è stata scattata io avevo vent'anni. E vostra nonna diciotto»
«Carina!» commentò Livia, guardando la foto da vicino. «Ehi! Questo chi è? Somiglia molto al ragazzo che prima stava parlando con la nonna!»
«Lui è il nonno di quel giovane.... è morto alcuni anni fa in un incendio a Monte Arcosu, ricordi? Ne avevano parlato anche nei telegiornali»
«Mmm, ora ricordo, sì. Eri suo amico?»
«Sì, eravamo amici da tanto tempo»
«Ma è morto nell'incendio di due anni fa?» chiese Cristina.
«Esattamente quello, ne hai sentito parlare anche tu?»
«Sì, ne avevano parlato tutti i giornali dell'isola, perché si doveva stabilire se fosse doloso o meno»
«Mmm, credo fosse doloso» disse l'uomo e poi chiamò la moglie. «Anna, dove sei?»
«Sono qui, sono andata da Rosa per farmi dare due foglie di basilico per il sugo»
«Pensi che l'incendio di Monte Arcosu fosse doloso?» domandò il vecchio ad Anna e lei lanciò un'occhiata alle nipoti.
«Perché mi fai questa domanda? Sai benissimo che era doloso!» rispose la donna, accendendo il fornello per far cuocere il sugo ed evitando di guardare il marito negli occhi.
«Come mai ne sei così sicura, nonna?» chiese Livia, osservando la foto ancora una volta.
«Beh, era sicuramente doloso. Hanno voluto colpire proprio il bosco. Sicuramente erano bracconieri!» disse Anna, rivolgendo un'occhiata in tralice al marito.
«Oh, andiamo, Anna!» fece lui con fermezza. «Bracconieri! Sai bene che...» disse, ma non finì la frase. Si portò una mano al petto, nella zona del cuore e sospirò.
«Nonno, stai bene?» chiese Laura, preoccupata.
«Oddio, ha un infarto!» disse Cristina, allarmata.
«No, tranquille. Vostro nonno ha...nostalgia» spiegò la nonna.
«E di cosa?» chiese Livia.
«Di fare una....vacanza»
«Ma siete appena rientrati dalla vacanza dalla zia, no? Adesso dovete riposarvi un po'!» disse Livia.
«Ora sto meglio. Mi sa tanto che adesso tocca a voi...andare in vacanza, non è così?» chiese il nonno.
«Già....in effetti ne abbiamo parlato con alcune amiche e...» disse Livia
«Quante siete?» chiese la nonna.
«Cinque, comprese me e Cristina»
«Perfetto!» esclamò il nonno, poi vedendo l'occhiata che la moglie gli aveva lanciato dal posto a capotavola, divenne scarlatto sulle guance e iniziò a mangiare.
«Buoni questi malloreddus!» esclamò Laura.
«Già, li ho fatti insieme a Rosa!» rispose la nonna.
«Dove stavate pensando di fare la vacanza?» chiese Pietro alla nipote maggiore.
«Abbiamo pensato di andare in Ogliastra»
«A parer mio è la zona più bella della Sardegna, anche se, lo ammetto, la nostra isola è interamente bella!» disse la nonna.
«Già...ma l'Ogliastra ci è sembrata più a portata di...macchina! Nel senso che ho la patente da poco e fare viaggi molto lunghi non era l'ideale» disse Livia.
«Ah, sono piena!» esclamò Laura. «Nonna, il pranzo era davvero ottimo!»
«Grazie. Anche con poche cose si può mangiare bene...» fece la nonna.
«Sì, è vero. Sia la pasta che la salsiccia erano ottimi!» disse Cristina.
Le ragazze aiutarono a sparecchiare la tavola e a lavare i piatti. Il nonno si coricò per il riposino del pomeriggio e la nonna non vedeva l'ora che arrivassero le tre e mezza per guardarsi la puntata della sua soap opera preferita.
Quella sera Livia e Laura guardarono l'unico film che doveva essere trasmesso alla televisione, dato che negli altri canali c'erano alcuni varietà, ma la trama si rivelò così tremendamente noiosa che le ragazze decisero di andare a dormire. Mentre sua sorella era in bagno, Livia si avvicinò alla finestra della camera da letto e sbirciò fuori, in direzione della campagna. Non vedeva l'ora che il mese di agosto per trascorrere qualche giorno in campeggio con le sue amiche. Avrebbe dovuto attendere solo una ventina di giorni per scoprire che non avrebbe mai dimenticato l'estate del suo diploma.
La notte era calata su tutta la Sardegna, quando là fuori, oltre il giardino della casa di Livia, oltre i confini della provincia di Cagliari stava succedendo qualcosa di molto strano e misterioso, qualcosa che forse avrebbe lasciato tutti i Sardi, ormai cullati nei loro sogni, a bocca aperta dallo stupore...o dalla paura.
Eppure nell'isola vi erano ancora alcune persone che non erano riuscite ad addormentarsi e non perché facesse troppo caldo o fossero in giro per i locali, quanto perché ognuno di loro aveva una sensazione misteriosa. E più di tutti, un vecchio non riusciva a prendere sonno per via del senso di nostalgia e di timore che gli serrava il cuore. Accanto a lui, la moglie sgranava il rosario, recitando preghiere antiche e sperando in cuor suo che Livia accettasse il suo destino.
Ma Anna sapeva che Livia ignorava chi era? Finalmente la nonna sentì i propri occhi farsi pesanti e alla fine si addormentò. Livia invece rimase distesa nel proprio letto, con gli occhi chiusi, a rigirarsi a causa del troppo caldo.
Si addormentò qualche minuto più tardi, cullata dal confortante proposito di alzarsi presto l'indomani mattina.
Quella notte non vi era vento e l'aria era insopportabilmente afosa, ma tutti, alla fine, riuscirono a dormire e a non svegliarsi nemmeno una volta. E a dirla tutta era una fortuna che nessuno si fosse svegliato durante le ore notturne, perché avrebbe potuto sentire chiaramente le strane urla provenire dalle campagne, strane luci tra il bosco di lecci appena fuori dal paese e che si scorgeva dalla finestra della camera dove Livia e sua sorella dormivano tranquille, ignare che là tra gli alberi qualcuno...o qualcosa, si muoveva con l'impazienza di portare a termine un terribile piano.
(Tratto da R. Serra, "I Guerrieri di Nur", pp. 21-25, edito da "La Riflessione", 2009)
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