Capitolo 3

L’incontro con Luca

 


Sono uscita dall'ufficio demoralizzata al massimo e con l'autostima sotto i piedi. Sedermi ad ascoltare musica sulle scale del palazzo in cui ha sede il mio -ormai perso- posto di lavoro mi fa sentire quasi una liceale dopo la prima delusione d’amore. Sconfitta. Disillusa. Depressa. Sto piangendo a dirotto, finché qualcuno mi tocca il braccio sinistro all'improvviso e mi fa fare un salto dallo spavento. Mi giro sollevando lo sguardo e vedo un ragazzo sulle scale, dietro di me.

         Dovrei passare e non mi sentivi! - Dice, mentre io mi faccio minuscola e gli lascio lo spazio necessario per scendere. Non ho mai visto un ragazzo tanto bello. Indossa pantaloni neri eleganti e una camicia bianca dall’aria costosa. Penso che sicuramente si tratta di un paziente del dentista che ha lo studio al terzo piano, visto che ha in mano una di quelle buste bianche grandi tipiche da lastra panoramica e una scatola che potrebbe contenere un’impronta odontotecnica. Mi sono spostata, ma anziché scendere per la rampa come farebbe chiunque altro, si ferma proprio nel mio scalino, davanti a me, in piedi. Le sue scarpe eleganti sono a pochi centimetri dalle mie ginocchia fasciate dai collant e il suo sguardo dall’alto, per ovvi motivi, mi sembra soffermarsi per un momento all’altezza del mio seno. Il mio cuore si ammutolisce nella frazione di un battito e mi ritrovo a pensare a quanto vorrei fare sesso con questo sconosciuto. Questo pensiero che si insinua nella mia mente scorre veloce dal mio cervello a sotto la mia pelle, regalandomi un brivido nascosto e un sospiro percepibile. Per fortuna in quel precisissimo momento il ragazzo parla e io sono costretta ad ascoltarlo, riportando la mia attenzione alla realtà presente soffocando i miei impulsi più intimi. 

         Cosa ti è successo per rimanere qui a piangere seduta nelle scale del palazzo?

         Mi hanno appena licenziata dal call center. Come lo trovo un nuovo lavoro in due settimane? – Perché ho aggiunto questa parte? Che gliene frega? Sto facendo la vittima, che cretina!

         Beh, quindi ti hanno dato il preavviso di licenziamento… potresti ancora far cambiare idea al tuo capo. – Dice, con un abbozzo di convinzione negli occhi.

         In che senso potrei fargli cambiare idea? – Il disordine psicologico che le parole del mio capo avevano prodotto in me dentro all’ufficio di Francesco e la scarica di adrenalina, che l’attrazione fisica verso quello sconosciuto aveva capovolto in un nanosecondo con quel brivido pazzesco, mi hanno reso in qualche modo più attenta. Verso che, non saprei dirlo con certezza.

         Beh, puoi…ecco, puoi cercare di lavorare meglio nelle due settimane che hai a disposizione e fargli capire che non deve perdere una risorsa come te nel suo ufficio.

         Posso provare.

         Bene. – Dice solo questo e se ne va. Esce dalla porta del palazzo e la chiude alle sue spalle. Lo seguo con lo sguardo oltre la porta a vetri e vedo che si dirige verso una macchina che sembra costosa. Mi vengono in mente i commenti di Salvo e Kikko durante la pausa pranzo e cerco su Google [Bugatti Concept] e navigando tra le immagini la vedo! Bugatti Galibier Concept. Porca vacca è proprio quell’auto. Quante probabilità ci sono che due auto identiche costose e rare parcheggino nello stesso giorno davanti allo stesso palazzo? Era la stessa auto? E quel ragazzo era per caso Luca Marchi, il figlio del notaio più ricco della città? Mamma mia quanto era bello! Devo assolutamente rivederlo!

Non lo dico perché mi piacciono le auto costose, lo dico perché non ho un ragazzo da otto mesi e sto impazzendo. Non riesco a stare sola, mi deprimo. Ma una relazione seria è irraggiungibile per me. Le mie tre storie passate sono finite perché loro non riuscivano a tenerselo nei pantaloni e mi tradivano. Uno dopo l’altro, mi hanno prima illuso di essere il grande amore e poi mi hanno messo le corna con la stronza di turno. E non venitemi a dire che quelle ragazze non c’entravano niente perché magari non sapevano che il mio ragazzo fosse già impegnato. Balle. Secondo me lo sapevano e me li hanno portati via. O forse sono i maschi che non sanno cosa voglia dire la parola fedeltà. Io ho chiuso con le storie serie. Ho bisogno di avere un uomo per qualche mese almeno, senza impegno, per sfogarmi un po’. Possono farlo loro e non posso farlo io? L’amore e i sentimenti sono tutte balle da liceale. Non conoscerò mai un ragazzo onesto e che mi vuole bene davvero per il semplice fatto che gli uomini così non esistono. Non parla la rabbia per me, ma la convinzione che viviamo in un mondo schifoso. Anche trovare qualcuno per una semplice storia di sesso è un rischio. Mi ero iscritta in uno di quei social per incontri e, oddio che gente vecchia e pervertita che c’è in giro! Oppure trovi gli adolescenti là dentro e ci manca solo un’accusa di pedofilia! Non sono quel genere di ragazza che va nei locali per conoscere ragazzi nuovi. Sono sempre stata un’emarginata sociale per via della mia insicurezza e i miei tre ex erano vicini di quartiere. Facile incontrarli, facile innamorarsi di uno come loro se si ha prima 15, poi 18 e infine 21 anni. Facile fare sesso, farsi fare regali per il mesiversario e poi per l’anniversario, e pensare che sia così che deve andare perché vedi che fanno tutti così, ignorando che quello che provi dentro di te non ti piace poi tanto. Ma non sai come lasciar andare tutto e ricominciare. Facile credere di essere speciale, per poi ritrovarsi pugnalata alle spalle e capire che di speciale io non ho proprio niente. Così ho smesso di sentire cosa provo. Ho spento le mie emozioni. Se oggigiorno incontro un ragazzo, mi faccio il mio film erotico mentale, ma se lui non fa il primo passo io non posso forzarlo. Penserebbe che sono una disperata.

In fondo so che cerco qualcosa che non c’è, so che nel profondo desidero quel tipo di figura maschile plasmata sulle fiabe che mia madre mi leggeva da bambina. E che non esiste. E non avendo mai avuto un padre, visto che il mio ha abbandonato mia madre prima che io nascessi, non so nemmeno cosa significhi veramente modello maschile. Mi sono limitata a sognare come le altre ragazzine a mio tempo, cercando in quei coetanei maschi quello che mi mancava. Ma quel vuoto che ho dentro non verrà mai colmato, perché i maschi sono stronzi a prescindere. Ci ho creduto e sperato tre volte nella mia vita e mi sento stanca per illudermi una quarta. Ora che ci penso, anche quel tipo della Bugatti in fondo è solo uno di loro. Forse anche peggiore, visto che è ricco. Il pensiero erotico di prima è rimasto sospeso nella mia mente, finché queste riflessioni amare e realiste non lo hanno distrutto. Non ha senso nemmeno una storia di sesso, nemmeno una notte forse, chi lo conosce? E poi come farei, nel caso volessi, a rintracciarlo?

Decido di alzarmi e rientrare a casa. Che giornata pessima! Diventerò vecchia in pochi anni e morirò sola, uccisa da questo mondo senza senso. In quel momento mi arriva un messaggio WhatsApp. È la mia migliore amica Veronica. Mi vuole incontrare e io ne ho proprio bisogno. È un’amica fantastica. 



2 commenti:

  1. Storia carina e simpatici i due personaggi!aspetto con piacere di leggere il prossimo capitolo!

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